Angelo Doneda
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Le parole
I miei rapporti con Cupra hanno una data d’inizio che non mi è possibile
dimenticare.
Vi sono arrivato in modo abbastanza fortunoso da Milano il 15 luglio
del 1948, giorno dello sciopero generale proclamato per protestare
contro l’attentato a Togliatti.
Ma andiamo con ordine. Il 14 luglio avevo sostenuto un esame universitario
e in serata dovevo, con mia madre, partire per raggiungere mio
padre e i miei fratelli già a Cupra. Il mattino però c’era stato l’attentato
a Togliatti. L’atmosfera che si respirava a Milano, pertanto, era molto
surriscaldata. Non vi si avvertiva soltanto un desiderio di protesta per il
fatto indegno. Il Fronte popolare, infatti, non aveva affatto digerito la
sconfitta subita il 18 aprile. Troppi indizi indicavano la volontà di approfittare
dell’attentato per annullare il risultato delle elezioni di tre
mesi prima, realizzando quello stravolgimento di regime che, ardentemente
coltivato dai social‐comunisti, era stato impedito dalla vittoria
della Democrazia Cristiana e dei suoi alleati. Il fatto stesso che Togliatti,
pur gravemente sofferente nel suo letto d’ospedale, avesse sentito
il pressante bisogno di invitare i suoi a starsene buoni buoni, è
l’evidente controprova che il timore di gravi disordini, se non di una
guerra civile, era tutt’altro che infondato.
Che fare, visto che per il giorno dopo era stato organizzato uno sciopero
generale?
Partire? Restare a Milano?
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