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Storia di Cupra Marittima
STORIA DI CUPRA MARITTIMA
A coloro che amano Cupra, curiosi e orgogliosi del suo passato,
dedichiamo una "Storia di Cupra" a puntate.
(a cura dell'ArcheoClub)
Mensile "Cupra e la Val Menocchia" Anno VI - n°5 - Maggio 1989     Download (.pdf)
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La nuova Cupra

La lunga lingua di terra, che è scivolata in mare travolgendo ogni cosa, ci dà l'idea delle grosse dimensioni della frana del '28, tra Cupra e Grottammare.
La lunga lingua di terra, che è scivolata in mare travolgendo ogni cosa,
ci dà l'idea delle grosse dimensioni della frana del '28, tra Cupra e Grottammare.


II 1928 nella storia di Cupra (ma anche di Grottammare) è legato alla frana avvenuta il 9 maggio. Ancora una volta e Io storico Mostardi che ce la compendia in tutta la sua tragicità.
"Una frana avvenuta tra Cupra Marittima e Grottammare è ancora viva nel popolo. La sera del 9 maggio 1928, fra le 21,45 e le 22,10, un tratto del colle compreso tra il torrente Elvino e quello Cipriano, è scivolato fino ad internarsi nel mare per una profondità di 120 metri circa. La massa spostata è stata calcolata in circa mezzo milione di metri cubi. Furono travolte e sepolte la casa colonica del Sig. Mercolini Dott. Basilio di Offida, il casinetto omonimo che s affacciava tra i pini del poggio, fu demolito lo spigolo Nord-Est del casino di campagna del geom. Piergallini Serafino di Grottammare, tutti i fabbricati siti nel secondo gradone sotto il colle. La casa colonica Cannella, che stava nella parte bassa tra la strada provinciale e la ferrovia, venne anch'essa spezzata in un primo tempo; poscia travolta contro l'argine della ferrovia e il piano superiore, dove sono state rintracciate tutte le sette vittime.
Il treno viaggiatori n. 1785 in partenza da Cupra Marittima alle ore 22,05 riceveva l'ordine di via solo qualche istante prima che la frana interrompesse il telegrafo. Il treno correva, giacché il disco che era all'altezza della casa Cannella indicava via libera. In quell'istante la valanga di terra sbarra la ferrovia coprendo ogni cosa. Il macchinista sorpreso, come in un bruito sogno, sussulta per il vicino disco scomparso e con un istintivo movimento frena la corsa; ma l'ostacolo era troppo vicino. La macchina tenta di salire con forza la molle massa di terra, s'infiltra e s'impenna fremendo; mentre nell'urto violento, per quanto rallentato dai freni, una carrozza di prima classe investe quella seguente di terza. Nel cozzo i due vagoni si compenetrano, si frantumano, uccidendo tre viaggiatori e ferendone sette, dei quali uno morirà in seguito. Rotto il telegrafo e ritardando l'arrivo del treno, dalla stazione di Grottammare va incontro al treno il deviatore Mascaretti Onorato e comunica la notizia che si propaga nei paesi. Fu un accorrere di gente nella notte stessa con l'avviso delle campane a stormo. Iniziarono subito i lavori di soccorso e di ricerche, prima nel buio fitto, poi alla luce di poche candele e torce."
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