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Storia di Cupra Marittima
STORIA DI CUPRA MARITTIMA
A coloro che amano Cupra, curiosi e orgogliosi del suo passato,
dedichiamo una "Storia di Cupra" a puntate.
(a cura dell'ArcheoClub)
Mensile "Cupra e la Val Menocchia" Anno VII - n°10 - Novembre 1990     Download (.pdf)
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La nuova Cupra

A chiusura del lungo percorso fatto insieme in questa succinta "Storia di Cupra" a puntate che si chiude con gli Anni '50, fiduciosi di "aprire la mente ed il cuore per meglio gustare la bellezza delle nostre cose antiche", come si scriveva nella presentazione di questa rubrica nel numero 0 del (ìen. '84, presentiamo uno scritto del nostro Giovanni Bucci apparso su "L'Avvenire d'Italia" nel settembre 1950, intitolato

"Strani ricorsi".
Sono due soli, infondo, i paesi delle mie Marche, che conosco a fondo: Fossombrone sul Metauro, dove sono nato, e Cupra Marittima nel Piceno, dove mi son scelto il nido del mio riposo; tuli e due presentano una curiosa storia, che ha identiche vicende.
Fossombrone era nato al piano, a San Martino, nella gloriosa epoca romana e fu dai barbari distrutta; perciò nel medioevo si ritirò sul colle di S. Aldebrando, vi si asserragliò di fortezze, vi alzò la chiesa del suo santo: con la signoria dei Montefeltro a mezza costa si costruì nel 400 il palazzo magnifico ducale; poi, folta più sicura scese a valle, scavalcò il fiume con un ponte ardito, sulle due rive stese i palazzetti arcigni e le umili case; coi tempi nuovi ora ridiscende al mare, già accenna a riprendere la sede dei lontanissimi antenati.
Cupra Marittima era anch'essa in antico città romana, in ampia valle, in vista del mare aperto : "la Civita" serba ancora tra il grigio degli olivi e il verde delle viti la roccia indistruttibile delle romane mura: su quella spiaggia le onde gettarono una notte le ossa di un martire e su quelle ossa i cristiani primi fondarono la prima chiesa: poi venne il medioevo e il mare, si coprì di navi corsare: gli abitanti si rifugiarono sul colle e lo cinsero di mura, lassù portarono l'arca del Patrono.
Nello splendido Rinascimento giunsero fin qui le mire ambiziose di un signore del nord, e la collina di Cupra alta è ancora cinta dai merli ghibellini dello Sforza. Poi corsero lunghi secoli di pace: la marina tornò tranquilla, il lido diventò operoso e fecondo, mentre le rocce del colle, minate dalle acque sotterranee, minacciarono rovina: un bel mattino, come per incanto, Cupra si svegliò sul nutre: chiesa, comune, case degli uomini, officine, tutto era sceso sulla spiaggia, ricostruito con geometrico lindore. Ora il paesino torna ad espandersi, e lungo il mare già accenna a congiungersi coi rocchi ferrigni della "Civita" antica: anche per Cupra il cerchio delle vicende storielle ritorna su se stesso e si richiude.
Intanto, nei successivi spostamenti, un altro fatto curioso si è in tutte due i paesi generato: gli antichi palazzi dei signori son diventati pian piano le case dei poveri: le mura annerite serbano ancora le linee nobili... Ma vengono i tempi nuovi e nascono con essi due bisogni: discordi in parte, anzi addirittura opposti: il primo, venuto con l'unità e l'indipendenza nazionale fu quello di riconquistare intera la coscienza del passato, di ristudiare secolo per secolo la storia, di riconsacrarne con geloso amore i monumenti; un bisogno quindi aristocratico, riflesso, di cultura profonda e di arte raffinata; un secondo bisogno, divenuto dopo le ultime guerre e le rivoluzioni successive, assillante, imperioso, è quello di dare a tutti, anche al più umile lavoratore, la sua casa e il suo pane, una vita decorosa, igienica, non priva di conforti; sete dunque di democrazia integrale, e tendenza ad una superficialità attualistica, anonima, livellatrice. ... E a Cupra lotto da tanti anni a persuadere gli industriosi abitanti della "Marina" che è loro preciso dovere pensare anche ai poveri del "paese vecchio": che bisogna consolidare il colle e restaurarvi le vecchie case degli avi: sono adesso malsicuro ricovero di povera gente, possono tornare domani belle ville circondate di agavi e di pini, un magnifico parco, alto sul mare.
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