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Storia di Cupra Marittima
STORIA DI CUPRA MARITTIMA
A coloro che amano Cupra, curiosi e orgogliosi del suo passato,
dedichiamo una "Storia di Cupra" a puntate.
(a cura dell'ArcheoClub)
Mensile "Cupra e la Val Menocchia" Anno II - n°4 - Aprile 1985     Download (.pdf)
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Alto medioevo e San Basso
Il culto per San Basso ha varcato i ristretti confini del paese per estendersi in più parti del litorale adriatico, da Termoli alla Laguna Veneta, all'Istria; il tramile migliore per la diffusione del cullo sono stati i marinai di Cupra Marittima.
San Basso che attualmente è ricordato if lunedì di Pasqua con presenza di tanta l'olla di forestieri di diversi paesi è il protettore dei pescatori ed il patrono dell'attuale Cupra Marittima.

IL MEDIOEVO E MARANO
«Cupra urbs», la Cupra romana, Cupra Maritima, fu in più occasioni duramente saccheggiata l'ino ad essere completamente distrutta nel IX secolo dalle varie orde barbariche, subendo la domina/ione dei Bizantini prima, dei Longobardi e dei Franchi poi ed infine dagli Arabi: i Saraceni, provenienti dalle coste mediterranee orientali dell'Africa e i Mori, provenienti dal litorale occidentale dell'Africa.
La popolazione della Cupra romana spaventata e immiserita, si spostò sul colle ancora oggi detto Marano (paese alto) dove nacque un borgo medioevale che nella seconda metà del secolo X era ancora privo di mura; furono abitati anche a sud di Marano il colle S. Andrea e a nord il colle Boccabianca. Una parte della popolazione penetrò ancora più nell'interno delle vallate, risalendo altri colli e dando vita a località medioevali quali Massignano, Ripatransone, Cossignano, Montefiore dell'Aso, Carassai, Campofilone.
Gli abitanti di Marano furono sotto il dominio di diversi signorotti che, in periodo feudale si alternarono al potere, fino al formarsi della borghesia che cambierà le vecchie istituzioni civili ed economiche e fonderà una nuova organizzazione sociale che si chiamerà Comune perché non apparteneva più ad uno solo ma era di tutti. Siamo nel 1076 e Marano viene riconosciuta libero Comune, anche se dovrà più volte perdere e riconquistare la sua libertà. Solo alla fine del 1100, Marano si cinge di un primo tratto di mura, ampliate successivamente per lo sviluppo stesso dell'abitato. Si alternano per Marano dominazioni ghibelline e guelfe, fino a che si unisce alla guelfa Fermo che nel 1193 invia il suo Visconte. Sorge nella parte più alta del paese, il Palazzo dei Signori nel luogo detto «la rocca»; aveva due porte, una ad est verso la chiesa di S. Maria, l'altra ad ovest verso la campagna (Porta della Rocca). Dalla Porta della Rocca, scendono le mura verso nord, sezionate da torrioni, e voltano verso levante fino a giungere alla Porta Maggiore. Il resto delle mura è caduto, nonostante i restauri continui nei secoli, verso la parte scoscesa del colle. A sud c'è la Porla S. Rocco.
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